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IL RITROVAMENTO DI UN ESEMPLARE DELLE ORIGINI

IL RITROVAMENTO DI UN ESEMPLARE DELLE ORIGINI

A 70 anni dalla nascita, il ritrovamento e il restauro di un esemplare delle origini

 

Settant’anni fa l’Impero britannico aveva da poco rinunciato a India e Pakistan, si preparava a perdere la Palestina, ma... stava per guadagnare la Land Rover. Mentre i possedimenti d’oltremare si scioglievano al sole, la mamma di tutti i fuoristrada, esempio del “made in England”, prendeva forma sotto la pioggia di Amsterdam. Era il 30 aprile del 1948, in un motor show un po’ di provincia, perché alla grande ribalta di Ginevra, due mesi prima, non si era arrivati in tempo. Peraltro nessuno, nemmeno alla Rover, se ne era veramente reso conto, ma ciò che saliva alla ribalta era un mezzo ingegnoso, mirabilmente costruito, il prodotto "che mancava", un caso di marketing ed economia globale che si sarebbe studiato a lungo all’università.

 

Abbandonata in un campo gallese

L’anno del Settantesimo è appena partito e da Solihull, quartier generale della marca (nel frattempo conquistata dagli ex-coloni indiani: il colosso Tata), arriva la notizia che apre i festeggiamenti. Una delle Land Rover primigenie è stata ritrovata. È sopravvissuta alla salsedine del Galles (dove è stata scoperta, in un campo). È dritta sulle sue ruote e sta per essere tirata a lucido con un’operazione di restauro e copertura mediatica senza precedenti. L’obiettivo è riscaldare bene il mito, prima di servire, alla fine dell’anno, l’anteprima ufficiale del nuovo Defender. Vettura attesissima, su cui si scatenano da anni le fantasie degli appassionati, ed erede “moderna” della Land Rover spartana delle origini. 

 

Il mistero dei primi esemplari

Tornando all’avventura della piccola “80 pollici” riemersa nel “back yard” di un collezionista, a pochi chilometri dalla fabbrica di Solihull. Un alone di mistero ha sempre aleggiato sulle tre vetture (o due, secondo altre fonti) portate ad Amsterdam per il debutto. Di una telaio numero 05 si sapeva che era attrezzata con una saldatrice mobile (per evidenziare la versatilità del veicolo) ed era anche l'unica fotografata all’interno dello stand. Il suo destino successivo era sconosciuto. Oggi è data per persa. Un’altra vettura probabilmente esposta, telaio 03 (tra l’altro, la prima in assoluto a ricevere l’immatricolazione), era invece finita in una collezione privata. E poi c’era un terzo veicolo, con telaio 07, usato per portare a spasso il pubblico del Salone, poi passato ai vigili del fuoco, e infine sparito anche lui con lo scorrere dei decenni.  E questa è proprio la L07 (L sta per left-hand-drive, guida a sinistra, in seguito convertita a destra), grande sorpresa del 2018. La nuova reginetta dei cultori del marchio, che andrà ad affiancare gli altri due esemplari più famosi e invidiati del mondo. Uno è il “prototipo 0” con guida centrale (che però è una ricostruzione moderna), l'altro è la venerabile «Huey», telaio 01, targa HUE166, prima vettura di pre-serie, che da anni è stata restaurata ed esposta all’Hertage Museum di Gaydon. 

 

Il calendario dei festeggiamenti

Si comincia a Torino, dal 2 al 4 febbraio, con uno stand speciale di Automotoretro, una conferenza spettacolo sulla storia «planetaria» della Land Rover (fu assemblata in una ventina di Paesi, se ne parlerà sabato pomeriggio), veicoli eccezionali in mostra (è attesa una delle due ottantasei pollici della Londra - Singapore, 1955-56). E fuori dal Lingotto uno speciale percorso di prova denominato "Land Rover Experience", dove toccare con mano perché le pubblicità di mezzo secolo fa titolavano con successo "NO ROADS". 

Fonte: www.motori.corriere.it